Metodo Mindfulboxing

La testa nella prestazione fisica

Come i pensieri influiscono nei risultati sia sportivi che personali (lavorativi e non) e come fare per ottenere sempre una prestazione ottimale.

Quante volte ci capita di dire “oggi non ho testa!” mentre stiamo lavorando, durante un allenamento o peggio ancora durante una gara.

Ti è mai capitato? A me si… Vediamo perchè succede.

Succede quando la nostra testa è affollata dai tanti pensieri, forse troppi con i quali dobbiamo convivere ogni giorno. Molto spesso questi pensieri esulano dal momento presente, se ci pensi mentre stiamo lavorando o svolgendo una qualsiasi attività che richieda concentrazione e focus non ci saltano alla testa pensieri tipo “Già, devo ricordarmi di pagare la bolletta!” o “Devo rispondere a quel messaggio!” e via discorrendo?

Questo tipo di pensieri li potremmo definire pensieri “open loops”. Pensieri che sono come anelli aperti di una catena che non lasciano quindi scorrere perfettamente il flusso di concentrazione e focus di cui avremmo bisogno per portare a termine un determinato compito.

Si tratta di pensieri che interrompono il nostro stato di concentrazione, molto spesso causando il susseguirsi di altri pensieri (spesso negativi) che ci conducono in un circolo vizioso dal quale spesso poi risulta difficile uscire.

“Pago la bolletta, e l’assicurazione quando scade? Sarà meglio sentire l’assicuratore? E se fosse già scaduta? Starò mica usando l’auto senza assicurazione?”

“Rispondo al messaggio di mia sorella, ma forse dovrei scrivere anche a Tizia, è da tanto che non la sento. O forse la chiamo?”

“Mi sono allenato abbastanza? Quell’avversario è davvero forte, guarda che velocità, che resistenza… Avrò fiato? Mi sarò scaldato abbastanza?…”

E così all’infinito, un pensiero che ne genera subito un altro, e un altro ancora, un vero “vagabondaggio mentale”.

Possiamo dire che la testa, gioca un ruolo importantissimo nella prestazione fisica e non solo, anche nella vita di tutti i giorni. Addirittura è l’80 o 90% del risultato stesso.

Non a caso, più siamo concentrati e lucidi più siamo produttivi, mentre se siamo distratti la nostra produttività ne risentirà altamente.

Che ovvietà dirai, hai ragione.

Lascia che ti spieghi una cosa.

Vorrei introdurre il concetto di attenzione e consapevolezza periferica. Sembrano due concetti a sè stanti, ma sono anche estremamente correlati tra di loro. Vediamoli brevemente.

Partendo dal concetto di consapevolezza conscia, ovvero quella consapevolezza in senso generico di cui siamo soggettivamente consci in un certo istante, troviamo due forme che la contraddistinguono:

l’attenzione, intesa come la capacità cognitiva di selezionare e analizzare un oggetto, una situazione o un’informazione specifica, ignorando tutta una vasta serie di informazioni che provengono da stimoli interni ed esterni a noi. L’attenzione isola dal resto alcune piccole parti del campo della consapevolezza conscia così che possano essere identificate e analizzate nello specifico.

La consapevolezza periferica invece, è una cognizione generica delle informazioni sensoriali interne (pensieri, ricordi, sensazioni, attività della mente…) che possono presentarsi singolarmente o simultaneamente. A differenza dell’attenzione che isola e analizza oggetti e situazioni specifici nel campo della consapevolezza conscia, quella periferica tende ad includere queste informazioni. Permette quindi di contestualizzare la consapevolezza conscia (dove siamo, cosa succede attorno a noi, cosa stiamo facendo e perchè…) e attraverso elaborati processi sensoriali, consente di attivare il nostro sistema nervoso. Assume dunque la funzione di uniformare il contesto in cui ci si trova e ricercare rilevanze, segnalare problemi e attivare risposte motorie rapide in maniera quasi automatica.

Ti ho perso o ci sei ancora?

Da qui si capisce come l’attenzione sia spesso condizionata dalla consapevolezza periferica, dal momento che subisce continuamente “attacchi” da ciò che ci sta attorno nonchè dai noi nostri pensieri, ricordi ecc…

Se da un lato questo genere di inclusione tra attenzione e consapevolezza periferica può tornare utile in eventuali situazioni di pericolo o di emergenza in cui si ha la necessità di focalizzare rapidamente l’attenzione sul problema, dall’altro in una situazione considerata “normale” (ad esempio in cui stiamo lavorando, allenandoci o gareggiando) può essere parecchio scomoda, in quanto andrà quasi sicuramente a compromettere in senso negativo la buona resa della prestazione.

Se l’attenzione che stavamo tentando di focalizzare sul termine di un progetto o sulla resa di allenamento o su una buona prestazione in gara è costretta ad adattarsi in continuazione ciò comporterà uno spreco di energia mentale e fisica che inficerà il risultato.

Ma come possiamo fare quindi per scindere attenzione e consapevolezza periferica?

Di seguito ti propongo 3 accorgimenti che puoi utilizzare per far sì che la l’attenzione non venga “distratta” dalla consapevolezza periferica.

  1. NON PROCRASTINARE

Spesso abbiamo la tendenza a rimandare faccende, impegni, cose da fare perchè sono noiose e difficili, delle seccature insomma. Così facendo, alimentiamo solo gli open loops e come post-it svolazzanti nella nostra mente, restano lì e ci vengono a far visita quando non ne abbiamo bisogno. Dunque, non rimandiamo più, portiamo a termine i compiti scomodi della vita appena ne abbiamo occasione, per far spazio nella nostra mente a ciò che conta davvero.

  1. LIMITARE LE DISTRAZIONI

Le distrazioni esterne sono il vero male di tutte le prestazioni ottimali (sportive e non). Quante volte ci mettiamo a lavorare su un progetto o iniziamo un allenamento e poco dopo ci ritroviamo con il cellulare in mano per controllare le ultime notifiche, che poi diventa guardare un video, rispondere a quel messaggio, inviare quella mail ecc… Basta! Se necessario, spegniamo il telefono per il tempo necessario che ci serve a portare a termine il nostro obiettivo. Risparmieremo tempo, energia e saremo sicuramente più soddisfatti alla fine.

  1. MEDITARE

La meditazione praticata regolarmente ogni giorno, anche solo per pochi minuti permette di rallentare il girovagare della nostra mente attraverso quei pensieri disturbanti che la affollano, ci rende più abili all’apprendimento e alla risoluzione dei problemi perchè permette di fare chiarezza.

Attraverso la meditazione, possiamo alimentare un forte concentrazione, capace di essere unidirezionale e quindi focalizzata sul nostro obiettivo. Ci consente di fare spazio nella nostra mente tra i tanti pensieri, non negandoli ma lasciandoli andare quando non servono. Per questo penso sia molto utile praticare anche solo 5 minuti di meditazione prima di iniziare una qualsiasi attività, che sia mettersi al lavoro su un progetto o prima di un allenamento.

Che ne dici? Se sei arrivato fino a qui, ti ringrazio per avermi letta.

Fammi sapere nei commenti se hai altri suggerimenti.

A presto.

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